Se ti stai chiedendo cosi si cela all’interno del varco denominato “Galleria delle Vittorie“, preparati, perché dietro quello che ora sembra un installazione artistica contemporanea, si nasconde una storia lunga quasi un secolo!
Via Maqueda è una delle arterie principali del centro storico di Palermo, al civico 301, si nasconde una piccola perla della storia edilizia Palermitana.
Per il volere del duce
Innanzi tutto contestualizziamo, siamo all’inizio degli anni ’30 del XX secolo, in pieno regime fascista. Al termine della prima guerra mondiale, l’Italia è segnata da numerose sconfitte, ma anche da sporadiche vittorie, fu proprio per questo che viene commissionata questa opera, per commemorare alcune vittorie avvenute in nord africa. Incaricato alla progettazione, fu l’architetto Paolo Bonci, di origini toscane, famoso per la direzione del Tempio Valdese a Roma, o per restare in terre palermitane, per l’esecuzione completa del tratto meridionale di via Roma e del celebre palazzo cinema/teatro Finocchiaro, a testimoniare la sua passione per la cinematografia, ma questa è un altra storia.
L’inaugurazione segnata da due grandi nomi
La Galleria viene realizzata nel grande atrio che sorregge un edificio in stile futurista di 5 livelli, viene inaugurata il 2 Ottobre del 1935. Caratterizzata da 3 ingressi, uno dei quali adornato da dipinti che un tempo rappresentavano scene delle colonie italiane, con la sottomissione dei popoli africani all’Italia fascista. I dipinti ormai segnati dal tempo sono stati realizzati per mano del pittore palermitano Alfonzo Amorelli, noto per la sua arte che tende a trasfigurare il reale, senza farlo diventare allegorico.
Ma il grande fausto della galleria, si ha una volta dentro, i numerosi intrecci che una volta sorreggevano vetri colorati, rendevano questa galleria unica tra le poche presenti in Sicilia, gli spazi commerciali presenti all’interno, non erano alla portata di tutti, fra questi si annoveravano la sede della Banca Commerciale Italiana, una bottega per la rivendita di opere d’arte, negozi di abbigliamento e bar frequentati dalla Palermo bene e da artisti come Renato Guttuso.
Un decadimento evitabile
Purtroppo le linee del tempo e la manutenzione assente, fecero si che il sipario alla Galleria delle Vittorie calasse poco più di 35 anni dopo la gloriosa inaugurazione. Fu proprio l’incuria e lo stato di abbandono che resero necessaria la chiusura al pubblico della galleria nel 1970. Dovettero passare quasi 50 anni prima che alcuni visionari imprenditori, portassero nuovamente all’attenzione gli spazi della galleria, essa infatti dopo un breve periodo di ripristino e messa in sicurezza, venne riaperta nel 2014.
Oggi all’interno dell’edificio vi è un B&B di lusso, mentre negli spazi della galleria si è puntato alla rivalorizzazione in un ambiente estremamente alla moda. Esempio fondamentale ne è il mixology bar presente nella galleria e alcune installazioni artistiche, che attirano l’attenzione di turisti e palermitani di tutte le età.
La vittoria nel tempo
Ma la storia potrebbe non terminare qui, in un futuro non tanto lontano, potrebbero essere ripristinate nuovamente le vetrate che un tempo erano il fiore all’occhiello di questa galleria. Rendendo operativi i restanti spazi commerciali rimasti vacanti, si renderà possibile il rifinanziamento dell’opera di ristrutturazione, segnando una reale “Vittoria” contro il degrado e l’abbandono.