Fra tutti i miti e leggende della nostra amata Palermo, c’è ne uno che non ha ne inizio ne fine. Infatti la storia del Genio di Palermo non inizia con un c’era una volta, ma bensì scorrendo tra le pagine della storia della città di Palermo questa possiede diverse narrazioni, ma nessuna di esse ha trovato un riscontro ufficioso.
Una storia senza inizio
Di pari livello alla patrona di Palermo (Santa Rosalia) il Genio di Palermo, vanta una storia ancora più antica. Sparse per la città ve ne sono diverse raffigurazioni, statue che abbelliscono parchi e fontane, dipinti colorati che adornano palazzi antichi ed alto rilievi dettagliati tra le mura della città. Ma il significato di questa rappresentazione è sconosciuto ai più ed andrebbe valorizzato data la sua diffusione artistica e culturale all’interno della città.
La versione più accreditata della sua nascita parla di un ricco mercante punico che, viaggiando per mare, naufraga sulle coste della Sicilia a seguito di un’improvvisa tempesta. Il nome di questo mercante era Palermo, e quando mise piede sulla terra ferma, colpito dalla visione di abbondanza e dai terreni fertili decise di edificare una città dandone il suo nome. Nel corso dei secoli, attraverso la sua storia sono state erette tante statue attorno la città, attribuendone il nome di Genio di Palermo.
Chi è il Genio
Il suo aspetto varia leggermente in tutte le sue riproduzioni, ma alcuni tratti specifici sono visibili in ognuna di esse. Gli anni sono segnati nel suo viso dalla sua barba folta, ma la corona al suo capo lascia presargire il suo titolo reale. Diversi animali lo accompagnano, ognuno da un suo significato, le sue vittorie militari vengono rappresentate dall’aquila pogiata al suo fianco, aquila che rappresenta anche il simbolo della città di Palermo, si attribuisce la sua scaltrezza e prudenza dal serpente intento a nutrirsi dal suo petto. La cornucopiache che sorregge il re, ne rappresenta l’abbondanza ed infine siede al suo cospetto un cane, simbolo di fedeltà.
U nicu e U grandi
Il Genio di Palermo rappresenta quindi l’identità della città stessa e dei suoi abitanti, e la sua raffigurazione artistica è possibile ritrovarla in ben 17 luoghi diversi alcune con misteriorse scritte lapidari.
Una delle più iconiche ed enigmatiche chiamata dai palermitani con il soprannome di “U nicu” il piccolo per via delle sue dimensioni è presente al palazzo Pretorio, sede del comune di Palermo, adornata da un incisione che recita:
«Panormus conca aurea suas devorat, alienos nutrit. – Palermo dalla conca d’oro divora i suoi e nutre gli altri.»
Delle sue origini non se ne trova alcun riferimento, ma si dice faccia parte di uno dei doni di Scipione l’Africano, e sulle interpretazioni della sua epigrafe ne fà riferimento anche Giuseppe Pitrè in una frase che ne racchiude il significato e anche uno dei maggiori difetti dei palermitani «Questa benedetta città, fa gran festa, dà da vivere agli stranieri, e poi trascura i propri figli».
Se la raffigurazione del Genio di cui abbiamo appena discusso viene chiamata “U nicu” quella presente all’interno del mercato della Vucciria in piazzetta del garraffo, trova l’appelativo di “U Grandi” ovvero il grande, ed è stata realizzata nel lontano 1483, chiamata cosi proprio per le sue dimensioni se comparate con quella di palazzo Pretorio. Una delle più magnificenti è la rappresentazione in marmo di Carrara nella fontana di Villa Giulia, realizzata da Ignazio Marabitti è anch’essa adornata da una storica epigrafe:
«Prima sedes, Corona Regis et Regni Caput»
Tanti luoghi dove trovarlo
Le riproduzioni del Genio si sono perpetuate anche in tempi più moderni, ne troviamo testimonianza all’interno dell’Orto Botanico, adiacente a Villa Giulia, una delle più estrose e colorate, inaugurata nell’estate del 2020 e realizzata dall’artista Domenico Pellegrino
Proprio ad evidenziare lo stretto contatto con gli abitanti di Palermo, possiamo trovare le riproduzioni del Genio nelle più disparate parti della città, le si trovano, all’interno di alcune chiese, di palazzi storici, e persino all’interno della cappella Palatina e della cattedrale di Palermo. Il Genio del Porto, uno dei più antichi all’ingresso del porto di Palermo in via Emerico Amari. Il Genio di Piazza Rivoluzione, scultura del XVI secolo, posta sulla fontana di Piazza Rivoluzione. Ne troviamo riproduzioni anche su tela come quella del Genio dell’Apoteosi di Palermo, dipinto da Vito D’Anna nel 1760 per il salone da ballo di Palazzo Isnello, ed infine il rilievo scultoreo presente all’ingresso di Villa Fernandez nel quartiere di Villa grazia di Palermo, che prende il nome per l’appunto di Genio di Villagrazia.
Un monito per tutti
In conclusione, il Genio di Palermo rappresenta un patrimonio culturale e artistico di inestimabile valore per la città di Palermo. La sua figura enigmatica e affascinante, circondata da numerosi misteri e leggende, continua a ispirare artisti e studiosi. Nonostante i tentativi di svelare la sua vera identità e la sua storia, il Genio di Palermo rimane ancora oggi un’opera d’arte avvolta nel mistero, che testimonia la grande abilità e maestria degli artisti siciliani del passato. La sua presenza nelle strade della città, con la sua aria misteriosa e seducente, rappresenta un richiamo costante alla bellezza e alla creatività umana, invogliando i visitatori ad immergersi nella storia e nella cultura di Palermo e della Sicilia.