Sei appena atterrato nel capoluogo siciliano, ed i Quattro Canti sono il tuo punto di partenza per l’esplorazione della città, oppure dai Quattro Canti ci sei passato centinaia di volte, perché a Palermo ci vivi da sempre, ad ogni modo preparati a scoprire la vera storia dei Quattro Canti come non te l’hanno mai raccontata!
I spagnoli a Palermo
Prima di tutto dobbiamo fare un salto nel passato, esattamente nel XVII secolo, in una Palermo dominata dagli spagnoli, i regnanti oltre che dettare legge, si dedicavano a lasciare il loro segno del tempo facendo costruire e adornare strade a loro dedicate. Simbolo fra tutte, il crocevia che divide la città e porta dall’ingresso delle mura al porto, nello specifico via Maqueda, voluta appunto dal Duca di Maqueda, e l’odierno corso Vittorio Emanuele, allora via del Cassaro, realizzata da Garcia de Toledo. La congiunzione fra queste due vie diede luogo ad una piazza, di cui Don Juan Fernandez Pachecio de Villena ne fu l’esecutore, piazza Villena per l’appunto, ed è proprio qui che nacquero i Quattro Canti.
I prospetti del quadrilatero vennero terminati tra il 1609 ed il 1620, incaricato per la realizzazione dell’opera fu l’architetto fiorentino Giulio Lasso, che ispirandosi alle Quattro Fontane di Roma, ne disegnò una sua versione. Purtroppo l’architetto non ebbe modo di vedere l’opera compiuta, in quanto nel 1617 morì, cosi prese il suo posto l’architetto palermitano Michele Smiriglio, ed è proprio per sua mano che venne stravolto il progetto, realizzando quello che oggi sono i Quattro Canti.
Artisti e decorazioni
Nel 1630 vennero appaltate le quattro fontane in marmo, realizzate da due diversi scultori, quelle che rappresentano la primavera e l’estate, vennero realizzate da Gregorio Tedeschi, mentre quelle che rappresentano autunno ed inverno da Nunzio La Mattina, ma solo nel 1663 vennero terminati tutti gli elementi decorativi. Quello che arriva oggi ai nostri occhi è una costruzione sfarzosa che non può che lasciare meravigliato chiunque ne posi lo sguardo per la prima volta. Nulla sembra essere lasciato al caso, i Quattro Canti formano un cerchio perfetto attorno piazza Villena e dividono il capoluogo in un quadrilatero da cui ne nascono 4 dei quartieri , o mandamenti, principali della città: Palazzo Reale, Monte di Pietà, Castellamare e Tribunali.
Un significato nascosto
Non c’è da stupirsi se i cultori della cabala possano trovare un significato nascosto in un susseguirsi di numeri, quattro sono infatti i cantoni di cui è formata l’opera, sono inoltre anche quattro i livelli di cui ne è composta, ognuno con quattro elementi o personaggi, che appartengono alla natura, alla religione ed ai regnanti del popolo palermitano. In sintesi, la presenza del numero dodici o di un suo sottomultiplo, nel progetto urbanistico di Gerusalemme e Palermo si suppone non fosse un caso, ma si riferiva alle dodici tribù fondatrici della Gerusalemme Celeste. Il numero dodici era rafforzato dai suoi sottomultipli, il quattro (le quattro Virtù teologali) e il tre (la Santissima Trinità). Quindi, ci sono quattro mandamenti in sostituzione dei cinque originali del periodo arabo, e quattro bastioni per ogni lato del quadrato su cui si aprono altrettante porte civiche.
I quattro livelli dei Quattro Canti
Il primo livello mostra le quattro fontane alle pendici dell’edificio, che simboleggiano i quattro fiumi che attraversano la città, ovvero: Oreto, Kemonia, Pannara e Papireto. Subito dopo troviamo quattro statue in stile dorico che raffigurano le quattro stagioni, nelle sembianze delle divinità greche: Eolo, Venere, Cerere e Bacco. Al livello successivo in stile ionico, troviamo i regnati: Carlo V, Filippo II, Filippo III e Filippo IV. Per finire all’ultimo livello, il quarto, in stile composto, abbiamo le quattro sante della città: Santa Agata, Santa Ninfa, Santa Oliva e Santa Cristina. Ebbene sì, tra queste non figura Santa Rosalia, in quanto venne proclamata patrona della città pochissimi anni dopo, esattamente nel 1624.
Il Teatro del Sole
I Quattro Canti, o Teatro del Sole, cosi chiamato per la sua particolare conformazione in cui almeno un canto è illuminato dal sole durante l’anno, fece da palcoscenico per diversi eventi nel corso dei secoli, feste ed esecuzioni fra tutti, da qui il detto “Feste e forconi a piazza Villenalan”. Oggi è chiaramente rimasto solo l’uso artistico e monumentale che raggiunge il suo massimo apice nel giorno del “Festino di Santa Rosalia” in cui usanza vuole che giunto il carro che trasporta la santa ai Quattro Canti il sindaco salga sullo stesso urlando “Viva Palermo e Santa Rosalia”.
In conclusione i Quattro Canti di Palermo, sono un esperienza unica per chi vuole immergersi nella storia e nell’arte di una delle più belle città di Italia. La loro posizione centrale, la loro architettura ed il loro significato storico rendono questo luogo un attrazione imperdibile per chi visita Palermo. Per chi ama l’arte, la storia e la bellezza, i Quattro Canti sono un tesoro da scoprire ed apprezzare.